Un tempo covo di pirati e contrabbandieri, oggi un luogo di interesse storico e scientifico. Un mondo ipogeo geologicamente “inattivo” ma che accende le suggestioni di chi accede alle sue gallerie, tra foreste di stalattiti, stalagmiti e colonne
La Cueva de Can Marça si trova nella riserva naturale di Els Amunts, nella parte settentrionale dell’isola di Ibiza. Si tratta di una grotta carsica formatasi per movimenti tellurici di faglia, e sviluppatasi per l’azione dell’acqua meteorica su rocce calcaree del Cretaceo ed evaporiti. Ha un’età di circa 100.000 anni, ed è considerata uno dei luoghi di interesse geologico più importanti dell’isola nonostante sia classificata come geosito “fossile”, ovvero un ambiente ipogeo dove le concrezioni non sono più in crescita poiché non sono presenti acque sotterranee in movimento, salvo nelle gallerie più profonde dove è in atto una continua evoluzione grazie al lento fluire.
Le grotte originate da un sistema carsico si sviluppano nel corso di centinaia e migliaia di anni, durante i quali le acque meteoriche infiltrandosi nel sottosuolo interagiscono chimicamente e meccanicamente con le rocce prevalentemente carbonatiche (e altre solubili), modellandole attraverso processi di dissoluzione e generando condotti che ne permettono il deflusso in profondità.
Questi processi con il tempo ingrandiscono le cavità sotterranee che si uniscono tra loro formando complessi ambienti ipogei: grotte e gallerie con andamento orizzontale, pozzi e abissi, tunnel con un andamento prevalentemente verticale, e laghi sotterranei.
I processi di una grotta attiva includono anche la formazione delle caratteristiche stalattiti, stalagmiti e colonne, risultato della precipitazione del carbonato di calcio contenuto nelle soluzioni acquose che circolano nel sottosuolo: per intendersi, l’azione di “una goccia dopo l’altra”, per migliaia di anni.
Oggi la Cueva de Can Marça è considerato un geosito ipogeo prevalentemente fossile a causa dell’elevata aridità, ma la testimonianza dell’attività geologica è straordinaria: con una superficie di 8.500 metri quadrati, la grotta presenta bellissime foreste di stalattiti, stalagmiti e colonne, una miriade di forme che sembrano prendere vita grazie ad un sistema di luci sapientemente posizionate, capaci di creare incredibili scenari, coreografie che accendono l’immaginazione dando vita a mondi fantastici, alcuni riflessi su piccoli laghetti.
L’acqua presente in grotta è un artificio creato dall’uomo attraverso un sistema di pompaggio idraulico che ricrea l’habitat originario. I geologi hanno ricreato l’ambiente ipogeo con specchi d’acqua, alcuni dei quali ripropongono uno scenario creativo: nel buio di una delle cavità risplendono tre laghetti fosforescenti che degradano terrazzati uno sull’altro seguendo la morfologia della sala. È stata inoltre ricreata una cascata che viene azionata solo durante le visite, uno scroscio d’acqua di diversi metri accompagnata da luci e suoni che creano uno spettacolo davvero suggestivo.
La scoperta: storia geologica e di contrabbando
Lo speleologo belga Jean Pierre Van der Abeelle arrivò nel villaggio di Sant Miquel, negli anni ’70. Fu lui a fiutare per primo il grande valore del geosito e desiderava intraprendere una ricerca approfondita per valorizzare Cova de Can Marçà rendendola accessibile al pubblico. Gli abitanti di Sant Miquel diedero un contributo fondamentale per la localizzazione precisa dell’ingresso e dell’uscita, mimetizzate nelle scogliere del porto, ad un’altezza tra i 12 e i 14 metri sul livello del mare.
Successivamente vennero avviati i lavori per renderla visitabile: venne scavato un sentiero nella roccia per raggiungere l’entrata della grotta, un vertiginoso percorso che conta la bellezza di 360 scalini a picco sul mare con un bellissimo affaccio sulla baia di Port Sant Miquel, chiamato anche “Port Balanzat”, dove spunta l’isola di Murada, habitat di una particolare lucertola endemica dai tratti preistorici chiamata “muradensis”.
Negli anni, geologi e speleologi implementarono il lavoro svolto da Van der Abeelle studiando con precisione la storia geologica del geosito. Vennero ritrovati significativi reperti fossili della fauna preistorica, e svelato anche il suo recente passato, quando i suoi anfratti erano rifugio per pirati e contrabbandieri che li utilizzavano come nascondiglio sicuro ed impraticabile. I fuorilegge entravano ed issavano i pacchi di merce illegale con delle corde da un’apertura situata a un’altezza compresa tra gli 8 e i 10 metri a picco sul mare. Del bottino non vi è più traccia ma possiamo chiaramente distinguere i segni dipinti di rosso o nero che indicavano la strada per un’altra uscita in caso di fuga o di emergenza, testimonianze di una storia corsara che accendono la fantasia.
La Cueva di Can Marçà si trova a Puerto de San Miguel, a circa 20 km dalla città di Ibiza, a 23 km da Santa Eulària des Riu e a 25 km da Sant Antoni de Portmany.
La visita dura circa 35 minuti.
Il costo del biglietto:
- Adulti: 14 €
- Bambini: 8,5€