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Le mura della Dalt Vila, meraviglia di Filippo II

La maestosa cinta muraria racchiude la città vecchia di Ibiza, e un'affascinante storia, tra leggende e testimonianze del passato. Percorrerla è un bellissimo viaggio nel tempo

L’isola fu un porto di frontiera per secoli, e tutt’oggi possiamo ammirare quel che fu il suo sistema difensivo, le bellissime mura che circondano la Dalt Vila, la città vecchia, appollaiata sulla cima più alta dell’abitato della Città di Eivissa. Un passato conosciuto grazie agli studi di topografia urbana e ai recenti interventi archeologici che hanno permesso di documentarne la trasformazione originaria in seguito a modifiche, aggiunte, integrazioni e ampliamenti che subì per tutto il Medioevo e ben oltre l’Età Moderna, quando furono costruite le cosiddette “mura rinascimentali” che coprivano un perimetro molto più ampio, gioiello architettonico voluto da Filippo II. 

Quest’ultima fortificazione, l’imponente cinta bastionata che tutt’oggi possiamo ammirare, ha nascosto per molto tempo alcuni tratti delle mura medievali, in quanto lo spazio tra le strutture di epoche differenti venne colmato da un imponente riempimento di terra e pietre stratificatesi nel tempo. A seguito dei recenti scavi effettuati nella Ronda di Giovanni Battista Calvi, sono state rinvenute testimonianze del periodo medievale dopo oltre cinquecento anni di permanenza nel sottosuolo urbano.

Esistono testimonianze dell’antichità?

Sappiamo che il passato dell’isola affonda le sue radici nell’epoca antica, c’è dunque da chiedersi se esistano alcuni riferimenti dell’esistenza delle mura difensive di quel periodo. Nel I secolo a.C., Diodoro di Sicilia, parla di “Una città ben costruita e murata”, mentre Tito Livio nel suo racconto delle Guerre Puniche, narra che la città fu assediata nel 217 a.C. e che resistette vittoriosamente grazie al suo sistema di mura difensive. E’ possibile confermare quanto testimoniato degli autori classici? 

Quello che sappiamo con certezza è che il primo insediamento umano della città di Ibiza venne localizzato nell’area di Puig de Vila, il primo nucleo abitativo documentato archeologicamente all’inizio dell’epoca fenicia, nel VI secolo a.C. Nonostante questa importante testimonianza, non abbiamo fonti certe della presenza delle mura difensive databili ad un tempo così remoto. All’inizio del XXI secolo venne effettuata un’accurata campagna di scavi nell’area, e in quell’occasione non furono rinvenuti resti di infrastrutture difensive o militari di epoca antica. In ogni caso, è da evidenziare un grande frammento di muro risalente all’epoca punica situato nel Castello, e datato al III secolo a.C., una testimonianza che l’archeologo Joan Ramon Torres, grande esperto della storia antica dell’isola, attribuisce ad uno scopo difensivo. 

Il Medioevo: dalla letteratura alle pietre 

Per parlare con certezza delle prime pietre poste alla base della gloriosa cinta muraria della Dalt Vila dobbiamo arrivare al periodo andaluso che va dal 902 al 1235, e che coincide con la fortificazione medievale. Anche questo periodo è accompagnato dai versi della letteratura: le mura della Dalt Vila sono citate nel poema De bello Maioricano, noto anche come Liber Maiolichinus de Gestis Pisanorum Illustribus, il quale narra la spedizione di Pisani e Catalani del 1114, durante la quale razziarono le isole Baleari. Le pagine di questo cimelio menzionano un sistema difensivo descritto come “Una tripla cinta muraria che racchiudeva la città, sormontata da un castello e circondata da una valle allagata”, il quale non fu sufficiente per evitare l’assedio della città e del suo saccheggio. La testimonianza del poema trova riscontro negli studi archeologici effettuati sul campo tra il 1991 e il 1995, diretti da Rosa Gurrea e Ángeles Martín.

Le trame della letteratura si intrecciano con le conferme degli studi scientifici, ma cosa possiamo vedere della struttura medievale? Da Carrer de Santa Maria si vedono alcune torri inglobate in costruzioni successive, mentre per accedere a Carrer Major si attraversa sa Portella, l’unica porta della cinta muraria risalente all’epoca medievale. Resti della fortificazione andalusa sono stati rinvenuti anche negli scavi archeologici della Cattedrale e del Museo Archeologico.

Le mura di Filippo II e l’ingegno italiano

Nel XVI secolo si cercò di adattare la fortificazione medievale alle nuove esigenze difensive, condizionate dal progresso dell’artiglieria. Nella prima metà del secolo furono costruite la Torre Nuova ( i cui resti sono visibili nel bastione Sant Pere) e quella accanto alla Rotonda Antoni Costa Ramon, entrambe di forma circolare, a differenza della pianta quadrangolare delle torri medievali. Verso la metà del XVI secolo, la corona di Filippo II, minacciata dall’Impero Ottomano, intraprese un piano per fortificare la frontiera mediterranea. Questa esigenza difensiva divenne una priorità per la popolazione ibizenca che subì frequenti incursioni e attacchi ai quartieri fuori dalle mura cittadine, la collina di Santa Llúcia e il settore portuale, chiamato a Mar (più tardi, La Marina). 

Nel 1554 nacque il progetto di fortificazione rinascimentale dell’ingegnere italiano Gianbattista Calvi, che ricalcava l’impianto della cinta muraria medievale ma con un perimetro allargato per facilitare lo spostamento dei pezzi d’artiglieria all’interno della fortezza. Un maestoso sistema di fortificazione bastionata, caratterizzato per l’utilizzo del baluardo al posto delle torri. I lavori iniziarono nel 1554 con la costruzione dei bastioni di Sant Jordi e Sant Jaume. Nel 1575, il prosieguo dei lavori venne affidato a Jacopo Palearo detto “Fratín”, anch’egli italiano. L’ingegnere fu incaricato di includere all’interno della cinta muraria il quartiere di Puig de Santa Llúcia, che venne fortificato con il bastione omonimo e chiuso verso il Puig des Molins. Successivamente i lavori vennero diretti da Juan Alonso Rubián e da Antoni Saura, che seguirono il completamento della fortificazione, i parapetti e le casematte per completare i bastioni e l’area di Sant Lluc, sopra Portal Nou

Qualche curiosità: pecunia e lavoro

Le mura rinascimentali sono una struttura magnifica, ma chi pagò questa enorme opera di fortificazione della città? La Corona contribuì con parte del bilancio ma richiese ingenti contributi ai consiglieri ecclesiastici, i quali si videro confiscare le rendite feudali, data la loro resistenza a contribuire. Un altro importante finanziatore fu l’Università, che disponeva del millarès, tassa sul sale, destinata al pagamento delle guardie e al mantenimento delle fortificazioni. Le mura rinascimentali furono edificate dalla manodopera specializzata, in gran parte proveniente da altre isole o dal continente, ma anche gli ibizenchi diedero un contributo fondamentale, alternando il loro impiego di contadini ed artigiani a quello di abili carpentieri e muratori. Un lungo lavoro che continuò a ritmo estenuante per quasi tutta la seconda metà del XVI secolo. 

Le mura della Dalt Vila, patrimonio UNESCO 

Le fortificazioni rinascimentali vennero concepite per dissuadere dall’intenzione di attaccarle e renderle un baluardo inespugnabile agli occhi dei pirati. E così fu. La città di Ibiza entrò nel XVII secolo con la sua immagine radicalmente trasformata. In questo secolo i cambiamenti che modellarono il sistema difensivo furono determinati dalla costruzione dei “Magazzini delle Prove e delle Armi”, ultimata intorno al 1727, e della nuova caserma del Castello, nel 1729. 

Nel XIX secolo, la città perdeva il suo valore strategico, e vennero meno le esigenze della difesa militare. Nella seconda metà del 1800 fu avviata un’importante opera di restauro delle mura, e fu proprio in questa occasione che venne pianificata la rampa d’accesso al portale di ses Taules, oggi il più fotografato della Dalt Vila. Il progetto modificava l’accesso originale, che formava una curva, in una linea retta, valorizzando la maestosa entrata alla cinta muraria. Nel 1888, il fossato posto davanti alla porta era chiuso da piastre di legno, poi sostituite da un ponte levatoio e, agli inizi del XX secolo, da un ponte in pietra. Il bellissimo portale, risalente al 1585, e tutt’oggi uno dei simboli della Dalt Vila e della Città di Ibiza, sormontato dallo stemma e dalla corona imperiale, vegliato ai due lati dalle riproduzioni delle statue originarie, oggi conservate presso il Museo Archeologico

Nel XX secolo le mura della Dalt Vila conobbero un’altra funzione di difesa a causa della Guerra Civile che imperversò anche nell’isola. Vennero aperti diversi rifugi antiaerei nella struttura, come il tunnel che metteva in comunicazione il quartiere Soto con la piazza del Municipio. Successivamente vennero richiusi, anche se le tracce della sanguinosa storia contemporanea si possono ancora leggere nelle sue pietre. 

Gli anni successivi del ‘900 conobbero solo lieti eventi e modifiche per snellire la viabilità: il 22 gennaio 1942 le mura e la torre di Santa Maria furono dichiarate monumento nazionale, mentre alla fine degli anni Sessanta è stata aperta la porta del Fianco del Baluard de Sant Joan per il traffico all’interno della Dalt Vila. Nel 1999, la Dalt Vila è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità UNESCO, così le sue mura, le quali hanno contribuito con la loro importanza storica, rilevanza architettonica e ottimo stato di conservazione a questo prestigioso riconoscimento. 

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