Blog

Il sito fenicio di sa Caleta, il primo insediamento dell’isola

Una straordinaria testimonianza patrimonio UNESCO, una delle prime colonizzazioni della storia antica, quando ancora non si navigava a lungo raggio ma solo di cabotaggio lungo le coste: i Fenici, marinai straordinari, viaggiarono in mare aperto sino a raggiungere le Baleari, e si insediarono nel promontorio di sa Mola de sa Caleta, lungo la costa sud-occidentale di Ibiza

Il sito archeologico di sa Caleta può apparire come un piccolo accenno di antichità agli occhi dei più. Pietre consunte dal sale, dal sole e dal tempo, accennano timidamente alla planimetria di quello che fu un insediamento organizzato, ricco di vita e attività. Eppure per gli studiosi è un’importantissima testimonianza, l’unico esempio risalente alla prima fase di colonizzazione fenicia dell’isola, classificato tra i più antichi del Mediterraneo, tanto da valere il riconoscimento dell’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità. 

Il sito archeologico sorge ad un passo dalla nota baia di “Es Bol Nou”, la pittoresca insenatura incorniciata da speroni di roccia color ocra, un incantevole anfiteatro di arenaria che contrasta con l’azzurro del mare, e dalla baia di “Sa Caleta”, sul lato di levante, protetto dai venti provenienti da nord e da ovest, dove oggi si trova ancora un piccolo imbarcadero con delle rustiche capanne di pescatori, lo stesso punto di attracco che utilizzavano gli antichi. È proprio in questa piccola e incantata baia che inizia la storia di Ibiza. 

La scoperta

Il sito fenicio di sa Caleta è forse la scoperta più rilevante degli ultimi decenni di scavi e di archeologia ebusitana nelle Isole Pitiuse, un incredibile contributo scientifico non solo per l’isola ma per tutto il Mediterraneo. Spunta sul promontorio chiamato “sa mola de sa Caleta”, una piccola penisola che si trova tra la spiaggia di Codolar e il molo di Jondal, ad un’altezza di 17,29 metri sul livello del mare.

L’origine dell’insediamento risale al VII secolo a.C. Secondo gli studi, è molto probabile che nel primo periodo fosse una base provvisoria, solo nella seconda metà e alla fine del VI secolo a.C. raggiunse un notevole grado di estensione e densificazione delle strutture architettoniche, a conferma della stanzialità degli abitanti. Le ricerche condotte tra il 1986 e il 1994 hanno dimostrato come quest’area fosse completamente urbanizzata: si trattava di un insediamento urbano o suburbano destinato alle attività domestiche e produttive della vita quotidiana come la pesca, la panificazione e la tessitura, ma anche ad importanti attività legate alle lavorazioni metallurgiche, come testimoniato dal ritrovamento di forni fusori e di reperti minerali, soprattutto ferro e piombo, probabilmente importati dalla costa iberica. 

Il sito 

Gli studiosi hanno suddiviso l’area archeologica in diverse zone: il quartiere meridionale, il quartiere centrale, il quartiere nord-orientale e il quartiere del porto. La conservazione degli elementi architettonici di epoca fenicia è meglio conservata nel settore del quartiere meridionale. Purtroppo non è possibile dire lo stesso per le altre zone, in quanto gli edifici sono andati quasi completamenti perduti a causa dell’attività antropica nei millenni a venire, ma anche per lo smottamento di una grande area di penisola che venne completamente distrutta dal mare. La costa occidentale subì un processo di erosione marina di enorme ampiezza, ed è possibile che a partire dall’epoca fenicia il moto ondoso abbia distrutto un’area di costa larga non meno di 50 metri. Un’altra causa che cancellò gran parte di queste preziose testimonianze fu l’installazione militare della prima metà del XX secolo (tutt’oggi intuibile nell’area), anch’essa responsabile della devastazione archeologica del sito di sa Caleta.

Ma cosa possiamo ricostruire di questo antichissimo nucleo fenicio? Gli archeologi hanno desunto che tra le diverse unità abitative esistevano passaggi e vicoli stretti e obliqui, inoltre erano presenti spazi comuni, simili a piccole piazze, delineati dagli edifici circostanti. Sono riusciti a rilevare anche delle architetture destinate a stalle, caratterizzate prevalentemente da una planimetria rettangolare. Tutte le strutture nel sito presentano pareti in muratura di pietre di piccole e medie dimensioni, unite con malta di fango naturale, materiale proveniente dall’area circostante. 

Gli studi hanno ricostruito anche come i Fenici strutturavano la parte interna della muratura per un ulteriore supporto: sarebbe stata coperta da travi di legno, probabilmente di pino, posti trasversalmente alla lunghezza delle pareti e successivamente impregnati con strati di argilla naturale per impermeabilizzarla. Con grande probabilità, gran parte delle costruzioni del sito sono state realizzate proprio con questa tecnica muraria.

Un’altra scoperta fondamentale è stata quella del ritrovamento di due fortini di forma circolare di circa 2 metri di diametro, situati negli spazi comuni del sito: si tratta di forni, un’incredibile testimonianza che sembra parlarci direttamente dal passato. Queste strutture avevano un rivestimento in terra refrattaria, e potevano essere utilizzati per la cottura del pane, un’attività che gli abitanti dell’isola svolgevano abitualmente.

Le attività economiche 

La pesca, la panificazione e la tessitura erano pratiche molto diffuse nell’insediamento di sa Caleta, mentre la lavorazione dei metalli era specializzazione di pochi e abili fabbri. Il ferro e il piombo venivano forgiati in apposite fucine dedicate a questo scopo, dotate di forni ventilati con padelle di fango per aumentarne la temperatura. Grazie al lavoro certosino degli archeologi è stato possibile dimostrare l’esistenza di vere e proprie officine del ferro sparse nelle diverse zone dell’insediamento. In minima parte era utilizzato anche il bronzo, come testimoniano alcune tracce rinvenute nell’area di nord-ovest del sito.

I Fenici erano anche dediti alle attività agricole e di allevamento, le prime testimoniate dalla presenza di rare ma significative ossa di animali domestici, mentre la coltivazione della terra è attribuibile alla presenza di alcuni mulini per la trasformazione dei cereali in farina. E la pesca? A convalidare questa ulteriore attività è stato il ritrovamento di elementi come i pesi di piombo per le trappole da pesca e, soprattutto, i martelli di bronzo per la manutenzione delle barche da pesca.

Un altro fattore economico molto importante già al tempo dei Fenici, era lo sfruttamento del sale, lo conferma la posizione stessa del sito di sa Caleta: a poche centinaia di metri si trovano le saline dell’isola, tutt’oggi un vero tesoro. 

L’abbandono e il viaggio nella storia 

Secondo le testimonianze storiche, all’inizio del VI secolo a.C. – intorno al 590-585 a.C. – l’insediamento fu completamente abbandonato. La documentazione archeologica descrive un esodo pacifico, secondo gli studiosi una scelta pianificata: gli abitanti lasciarono il promontorio di “sa mola de sa Caleta” per trasferirsi nell’area della baia di Ibiza per fondare quella che oggi è la città di Ibiza.

Nel 1999 il sito archeologico di sa Caleta è entrato a far parte del patrimonio dell’Umanità UNESCO, riconoscimento a livello mondiale che ha reso giustizia all’importantissimo valore storico e culturale dell’area. L’insediamento fenicio di sa Caleta rappresenta per l’isola un tassello fondamentale per ricostruirne il passato: con la sua fondazione, i Fenici diffusero nozioni e concetti totalmente sconosciuti, dall’urbanistica alla lavorazione della ceramica e del ferro, alle arti come la scrittura, dando l’avvio a quei saperi di civiltà di cui tutt’oggi siamo eredi. 

Fonti bibliografiche:

Publicació de la Demarcació d’Eivissa i Formentera del Collegi Oficial d’Arquitectes de les Illes Balears.

Concorci Eivissa Patrimoni de la Humanidad.

“L’assentament fenici de sa Caleta”, Joan Ramon. Eivissa 2003.

Seguici su