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La necropoli di Puig des Molins, un “viaggio nell’Ade”

La collina puntellata da olivi che si estende ad un passo dalla città vecchia di Ibiza, rivela un inestimabile sito archeologico, un patrimonio UNESCO che invita ad esplorare i suoi mondi ipogei

L’altura Puig des Molins spunta a circa 500 m ad ovest di Puig de Vila, la collina più alta della città di Ibiza dove è situata la Dalt Vila, il nucleo antico che risale al VII secolo a.C.. Il “colle dei mulini”, così chiamato per i numerosi mulini a vento che coronavano la cima dal XIV secolo (oggi è possibile ammirare solo pochi esemplari del XVIII e del XIX secolo come il Molino de Puig d’en Valls), fu il cimitero della città di Eivissa durante tutta l’antichità. Furono i Fenici, fondatori della città, a scegliere la parte inferiore del versante settentrionale della collina per la sepoltura dei morti. Come consuetudine nelle città fenicie, gli spazi dei vivi e dei morti erano molto  vicini, ma allo stesso tempo separati da un elemento geografico, in questo caso una piccola valle (strade attuali di Joan Xico, Tanit e Joan Planells).

Durante il periodo punico, dalla fine del VI secolo alla metà del IV secolo a.C, il cimitero subì una grande espansione dovuta allo sviluppo demografico della città, raggiungendo una superficie di circa 5 ettari. Le sepolture vennero distribuite in tutto il lato settentrionale della collina a partire dalla cima, fino alla pianura, limitrofe ad un complesso di botteghe dove gli artigiani erano dediti alla fabbricazione delle ceramiche.

In epoca romana, per tutto il periodo imperiale fino alla tarda antichità, la necropoli inglobò anche quest’area ampliando ulteriormente la zona dedicata alla sepoltura. Secondo gli studi, a partire dal I al V secolo d.C., l’area del cimitero si estese dalla parte bassa del Puig des Molins verso il nord fino a raggiungere la Avenida de España, inclusa la Calle Aragón nei secoli della tarda antichità (VI-VII d.C.) .

Ipogei punici, una “discesa nell’ade” per riscoprire la vita e le credenze degli antichi

Le strutture più numerose e caratteristiche del sito di Puig des Molins sono gli ipogei punici, costituiti da pozzi rettangolari di accesso e camera funeraria sotterranea, per la maggior parte di forma quadrata. In questi spazi sono state rinvenute importantissime testimonianze materiali, oggetti come collane, utensili di bronzo e piombo, amuleti e monete, ma anche idoli e preziose rappresentazioni come statuette e busti, oggi preziosamente custodite nelle 5 sale del Museo Monografico di Puig des Molins adiacente al sito archeologico, una delle due sedi del Museo Archeologico di Ibiza e Formentera MAEF.  Una collezione archeologica accuratamente selezionata affinché i visitatori possano dare forma all’universo di credenze, riti e comportamenti funerari degli uomini e delle donne dell’antichità. Le teche custodiscono centinaia di pezzi, un’occasione davvero unica per conoscere le società che abitavano la città di Ibiza nell’antichità, da un punto di vista che all’inizio può suscitare qualche perplessità, poiché si affronta direttamente il tema della morte.

“In forma analoga vogliamo proporre che la visita alla Necropoli del Puig des Molins e il suo Museo Monografico si trasformi in “un viaggio verso la concezione della morte nell’antichità di Ibiza”. Una tragitto metaforico, equiparabile a quello di Ulisse all’Ade, per ritrovare gli ibizenchi defunti molti secoli fa. Un’immersione nelle mentalità delle società che, nella lontana Antichità, abitarono la città di Ibiza; nelle sue forme di intendere la morte, le sue credenze, paure e speranze nell’aldilà, e nei riti funerari che si svilupparono partendo da allora. In definitiva, un viaggio iniziatico che, oltre ad approfondire la conoscenza del passato sia soprattutto uno stimolo per la riflessione su noi stessi: cosa pensiamo della morte? Cosa sentiamo quando ci pensiamo? I nostri pensieri si assomigliano o si distinguono da quelli dei nostri genitori o nonni? E con quelli della Antichità?”.

Benjamín Costa, Direttore Museo Arqueológico de Ibiza y Formentera

L’uso agricolo del terreno nei secoli

A prima vista, la collina non rivela la sua importanza archeologica poiché le entrate ipogee sono ancora in parte mimetizzate nella vegetazione. Per liberare le entrate alle tombe ipogee, gli archeologi furono costretti ad un impegnativo lavoro di scavo poiché negli ultimi secoli, in epoca moderna e contemporanea, molti dei pozzi di accesso furono utilizzati dai contadini per piantare alberi da frutto come mandorli, carrubi, fichi, e in particolare ulivi che caratterizzano il paesaggio. Inoltre, l’uso agricolo dell’area nei secoli, comportò anche il terrazzamento del terreno, e quindi si dovette abbattere un ulteriore strato di sedimenti. La stessa interruzione dell’attività agricola negli ultimi quattro decenni, comportò un ulteriore disboscamento poiché l’intera superficie del sito venne coperta da una fitta vegetazione di arbusti selvatici, nascondendo la maggior parte delle tombe esistenti. Dopo un’accurata campagna di scavi, oggi sono stati numerati circa 350-400 ipogei, ma secondo le stime il numero effettivo di tombe è stimato a circa 3000.  

La crescita urbana nei dintorni del sito 

La rapida crescita della città di Ibiza negli anni Sessanta e la prima metà degli anni Ottanta del Novecento, intaccò solo in minima parte l’area archeologica del Puig des Molins che mantenne la superficie di 5 ettari e la conservazione quasi completa della necropoli punica. L’espansione urbana ha inciso solo nella zona nord, nella parte inferiore della collina e all’inizio della pianura, dove è certo che si è persa una parte della necropoli fenicia e punica. L’area più colpita è stato il complesso del laboratori artigianali punici di fabbricazione della ceramica che si trovava accanto al cimitero, così come l’espansione dell’area di sepoltura di epoca romana imperiale e della tarda antichità. 

Lo stesso edificio del Museo Monografico, costruito nel 1935, danneggiò un piccolo numero di sepolture che si trovavano nel sottosuolo. Nell’insieme, gli studiosi confermano che l’espansione urbana ha comportato una minima perdita di ipogei, poche decine di tombe tra le migliaia disponibili. Ad oggi il sito archeologico di Puig des Molins rappresenta la più grande necropoli antica dell’isola e la principale necropoli punica esistente nel Mediterraneo. Una preziosa testimonianza della storia antica, tale da essere inclusa nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, insieme ad altri beni culturali e naturali che hanno integrato la nomina di “Ibiza Biodiversità e Cultura” -nella sessione plenaria tenutasi a Marrakech nel dicembre del 1999. 

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