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Lo “Stonehenge” di Ibiza: un messaggio globale tra scultura e land art

Una vertiginosa coreografia di 13 monoliti in basalto svetta verso il cielo, ad un passo dal mare, e al cosmo rimanda: l’opera appartiene ad un progetto su scala mondiale, Rhythms of Life, che ha toccato tutti i continenti terrestri dando vita a disegni e geroglifici visibili dallo spazio. Quello ibizenco ne fa parte, non senza proteste

Tanti la conoscono come lo Stonehenge” di Ibiza, il monumento suggestivo che spunta sull’altura rocciosa che sovrasta Cala Llentia, ma il vero nome è The Rhythms of Life – Time and Space”, ideato dall’artista australiano Andrew Rogers, su commissione di Guy Laliberté, imprenditore e filantropo nonché fondatore del Cirque du Soleil. 13 colonne poste in cerchio raffigurano il movimento dei pianeti attorno al sole, rappresentato dal pilastro centrale alto più di 20 metri e ricoperto da una placca d’oro di 23 carati, che brilla in tutto il suo splendore proprio durante il solstizio d’inverno.

Un’opera che conta un totale di 420 tonnellate di pietra basaltica proveniente dalla Turchia, una scultura suggestiva, da molti considerata mistica, complice la posizione a pochi chilometri da Es Vedrà, luogo di miti, leggende e presunte apparizioni aliene. Nonostante l’aura magica, si tratta di un monumento abusivo, costruito in una sola settimana senza presentare ed ottenere i permessi necessari per la realizzazione. Contestato dagli ambientalisti che chiedono a gran voce la demolizione, e omaggiato dai nuovi guru, c’è da chiedersi, quale sia il vero messaggio dell’opera oltre alla funzione estetica e al significato esoterico ad essa attribuito.

“Quale modo migliore per trasmettere la grandezza e il respiro di questo progetto unico alle persone che non possono viaggiare? The Rhythms of Life” è un puro mezzo per comunicare un messaggio univoco attraverso un progetto che coinvolge tutto il pianeta.Queste le parole di Andrew Rogers, artista visionario capace di trasformare l’arte in una poetica paesaggistica, unendo sapientemente la scultura alla land art che modella il territorio dando vita a disegni e geroglifici visibili dallo spazio. Il passo dal reale al virtuale è un attimo: si tratta di un dialogo tra l’arte e la tecnologia, poiché le opere di questo progetto corale sono fatte per essere viste dai satelliti, e riconoscibili da chiunque su Google Earth.

The Rhythms of Life è un’opera su scala mondiale e attualmente conta ben 51 strutture in giro per il mondo, inglobando anche lo “Stonehenge” di Ibiza. Tutte sono state costruite in grande scala per essere riprese da sensori destinati all’osservazione terrestre e collocati su satelliti che sorvolano la Terra a una distanza inclusa tra i 440 e i 770 chilometri, un “Big brother” dell’arte si potrebbe dire, che veicola un unico significato: sottolineare che siamo tutti soggetti alla globalizzazione, e sottoposti alle medesime influenze. Anche i monoliti dell’Isla fanno la loro parte, e a conti fatti, il messaggio che comunicano è più terrestre che alieno.

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